Il mio Approccio

L’approccio cognitivo-neuropsicologico, il quale nella pratica clinica assume una posizione ermeneutico fenomenologica, pone al centro del lavoro clinico con il paziente l’indagine della sua esperienza e il vissuto che da essa si dispiega, andando a cogliere i significati personali, cioè il modo in cui l’individuo prende posizione rispetto alle proprie esperienze e attribuisce loro un significato.

Infatti, se la sofferenza da una parte pone una battuta d’arresto costringendoci ad affrontare quanto lasciato in sospeso e fonte di malessere, parallelamente richiama l’Altro a sé, consentendo quindi, anche attraverso l’incontro con il terapeuta e la realizzazione di un percorso individualizzato, da costruire insieme, quell’opera di individuazione dei modi di essere dolorosi che l’individuo “porta su di sé”, assumendo un potente valore disvelatore.

L’Intervento

La narrazione di sé costituisce il punto di partenza che guida l’indagine del terapeuta alla ricerca di quel senso smarrito. Il racconto che il paziente porta in seduta potrà apparire confuso celando la difficoltà di cogliere i modi di sentire e di agire che caratterizzano il paziente nell’incontro con se stesso e con l’altro e con specifici eventi della sua esistenza. L’obiettivo sarà quello di restituire una trama all’esperienze narrata e vissuta contestualizzandola in un orizzonte temporale dove ciò che accade nel presente si riaggancia al passato per proiettarsi verso il futuro consentendo di dare corpo a nuovi progetti e a nuovi modi di essere nel mondo.

Diventare occasione di trasformazione in quanto la nuova padronanza di conoscenza non è un mero accumulo di sapere, ma un senso costruito e appreso attraverso un legame intersoggettivo, 

Il lavoro terapeutico fondato sull’approccio fenomenologico non si rivolge direttamente al sintomo, ma a ciò che si suppone ne regoli la manifestazione ossia il significato ad esso sotteso.

Dietro il sintomo c’è un’esistenza che è suscettibile di prendere consistenza in un progetto nel mondo della vita. È questa la visione dell’ascolto clinico orientato dalla fenomenologia.

Il percorso sarà volto a fornire un aiuto nell'affrontare situazioni di cambiamento interconnesse a momenti di crisi o difficoltà che possono riguardare diversi ambiti esistenziali (relazionale, lavorativo, familiare, scolastico, affettivo, sessuale). Attraverso il colloquio clinico sarà possibile cogliere i modi di emozionarsi e di fare esperienza del singolo individuo che giunge in terapia.

Il Ruolo del Terapeuta

Il terapeuta non fornisce risposte ma crea uno spazio d’ascolto attento e partecipe in cui sia facilitata la scoperta attiva delle risorse, non indica una direzione ma favorisce la spinta a diventare la miglior espressione possibile di sé stessi, non decide in vece dell’altro ma promuove l’autonomia e la responsabilità di sé. Il percorso psicoterapeutico sarà questo movimento volto a favorire una maggiore consapevolezza di sé, dove  la sofferenza e il malessere vissuto sono intesi come un evento che da un lato coinvolgono e condizionano la vita del paziente e dall’altro sono fonte di informazioni preziose rispetto a cui la persona può accedere a nuovi modi di sentire e agire.